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I genitori degli adolescenti di oggi: dalla famiglia ‘etica’ alla famiglia ‘affettiva’ ( 1° parte)
I genitori di oggi non sono i genitori della prima metà del novecento. C’è stato un grosso cambiamento nello stile educativo e nello stile relazionale famigliare in questi ultimi cinquant’anni, una vera e propria rivoluzione copernicana, un cambiamento nel quale oggi siamo completamente coinvolti. C’è una definizione che viene utilizzata per rappresentare questo cambiamento: si parla del passaggio dalla famiglia etica alla famiglia affettiva. In psicoanalisi si direbbe da una famiglia super-egoica ad una famiglia narcisistica. Siamo dentro questo passaggio e quindi, oggi, troviamo la copresenza di entrambi i modelli familiari nella nostra società, con un trend di crescita del secondo e di diminuzione del primo. Possiamo perciò dire che i genitori attuali tendono a trasmettere ai propri figli affetti piuttosto che regole, ovvero tendono a svolgere una funzione più ostetrica che normativa. Si cerca di avere dei figli più felici, piuttosto che dei figli bravi. La realizzazione sociale è in secondo piano davanti alla realizzazione personale, intima, soggettiva.
La funzione normativa della famiglia, così sgradita, si è molto indebolita. Ai bambini viene richiesto di obbedire per amore, comprendendo le ragioni dei genitori e cercando di non farli dispiacere; il linguaggio con il quale i bambini crescono diventa di difficile manovrabilità e di esito incerto nella complessità delle successive dinamiche adolescenziali. Che un adolescente debba ubbidire per affetto, o comprendendo quali sono le ragioni dei genitori, in un momento della propria vita durante il quale la famiglia è messa seriamente in discussione nella sua funzione di modello, pone le cose in modo non semplice. Nello stesso tempo, ritirare fuori dal cassetto una funzione normativa che è stata poco utilizzata per i tredici/quattordici anni precedenti, non è facile né per i genitori che non si sono esercitati, né per i ragazzi che non hanno imparato a riconoscerla. Può diventare difficile convertire una costruzione educativa fondata sul consenso e sulla condivisione, in un progetto di crescita su cui investire e nel quale sopportare costi psichici ed inevitabili frustrazioni.
La famiglia ’lunga e stretta’
Alcuni autori definiscono, in un modo un po’ buffo, la famiglia attuale come una famiglia lunga e stretta. Lunga per dire che è una famiglia che mantiene dentro di sé i figli per molto tempo, e stretta perché è una famiglia piccola, fatta di poche persone, con pochi figli. La famiglia allungata è in grado di contenere più generazioni, ma non in termini trasversali come la famiglia dei primi del novecento. Questa famiglia ha caratteristiche peculiari: ampi gradi di libertà individuale dei membri, poche richieste normative, alta richiesta di gratificazione affettiva reciproca, ricerca di una bassa conflittualità interna, negoziazione della regole che non sono quasi mai difese da sanzioni. I genitori di oggi lavorano solitamente entrambi, c’è poco tempo per stare insieme. Durante questo poco tempo è difficile sopportare di sentirsi frustranti, di litigare, di tenere il muso con i figli. Si ha voglia di stare bene insieme e si mette in campo un’importante attività di concertazione per il reperimento di strumenti atti a smussare le conflittualità. La poco elevata capacità di tolleranza della tensione e del dolore, in sé e in un figlio, rende poco possibile adempiere adeguatamente ad una funzione educativa che contenga elementi normativi ed elementi separativi.
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