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“Giù la maschera” – seconda parte

Tradire Sé Stessi Per Compiacere Gli Altri: La Maschera Del Falso Sé
Senso di vuoto, insoddisfazione verso se stessi e nelle relazioni con gli altri, vissuti di vergogna, senso di colpa, profonda insicurezza, sensazione di indossare una maschera, bassa autostima, difficoltà nel dire no e ad esprimere il proprio pensiero, bisogno dell’approvazione altrui e percezione degli altri come giudicanti. La paura di esporsi, di essere visti e di non essere accettati è ciò che caratterizza le persone che hanno fondato il senso di Sé sulle aspettative degli altri, rinunciando ai propri bisogni e desideri perdendo così se stessi e la possibilità di sviluppare una personalità autonoma e autentica. Parliamo del Falso Sé che si caratterizza per un rigido adattamento alle richieste dell’ambiente, per uno scarso contatto con se stessi, per il reprimere bisogni ed aspirazioni personali, per la difficoltà nel riconoscere le proprie emozioni e nell’adottare una modalità compiacente, che vede nell’aderire alle aspettative altrui l’unica possibilità di essere riconosciuti e accettati. Se pensiamo a quanto sia fondamentale per la sopravvivenza del bambino il legame con la madre e il padre, non sarà difficile intuire perché, per salvaguardare tali legami, il piccolo adatterà l’organizzazione della sua esperienza a quella di chi lo accudisce, accettando compromessi in cambio di considerazione, attenzioni e amore. Questo processo, se protratto nel tempo, porterà il bambino allo sviluppo di un Falso Sé compiacente per sentirsi finalmente riconosciuto. Proprio questo è il prezzo che si deve pagare in cambio dell’amore, del consenso e della convalida di sé; è come se venisse cucito addosso una veste, una maschera che quasi sempre diventerà sempre più stretta nel corso della crescita e nella migliore delle ipotesi porterà ad uno strappo, una rottura tramite il dirompente sopraggiungere di sintomi di malessere psicologico. Questi segnali devono essere letti e interpretati come il grido di aiuto del nostro Vero Sé che vuole essere ascoltato, liberandosi di quella maschera diventata disfunzionale per l’evolversi della persona. La nostra autostima si costruisce attraverso un processo continuo di ri-conoscimento di sé stessi nello specchio multiforme dell’altro e la possibilità di sperimentare amore e rispetto per noi stessi, per i nostri bisogni, aspirazioni e sentimenti, è un processo che si sviluppa all’interno della relazione con l’altro fin dai primi momenti di vita. Se questo prezioso rispecchiamento è prevalentemente stato carente o inadeguato l’immagine che si forma di sé sarà distorta a causa dello “specchio deformante” in cui per anni ci siamo guardati dando luogo a vissuti di inadeguatezza, alla sensazione di non essere all’altezza degli altri e di non avere capacità e risorse. Ciò che assumiamo come idea di noi, così come il valore che ci diamo, saranno dunque significativamente condizionati da quanto l’adulto di riferimento (lo specchio) ci rimanderà. Il viaggio verso la scoperta del Vero Sé non è facile: quanto più ci siamo discostati dal nostro Vero Sé, tanto più sarà arduo e faticoso riuscire a sentire e comprendere quali siano i nostri veri desideri, bisogni ed emozioni. Soffermarsi a dare ascolto a emozioni e sentimenti troppe volte messi a tacere per la paura di perdere l’amore degli altri diventa fondamentale, dunque, per ritrovare un contatto con sé stessi e cercare di fermare l’accumularsi di sentimenti di frustrazione e insoddisfazione che potrebbero alimentare una bassa considerazione di noi stessi.