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“Giù la maschera” – prima parte

Questa prima parte fa riferimento alla seguente fonte di informazione:
https://www.marcomagliozzi.it/psicologia-carnevale-psicologo-bari/ a cura di Dott. Marco Magliozzi – Psicologo Bari
Scopriamo insieme il significato psicologico e simbolico di una delle feste più eccentriche della nostra tradizione: il Carnevale. Che siate adulti, ragazzi o bambini, è impossibile che, almeno una volta nella vita, non abbiate mai indossato una maschera durante i giorni di Carnevale. Una ricorrenza annuale che coinvolge tutti, in maniera differente. Il Carnevale, dunque, rappresenterebbe un modo condiviso, socialmente accettato e controllato, per dar voce alle nostre nostri parti nascoste, attraverso l’utilizzo di maschere, costumi e comportamenti trasgressivi. Uno degli aspetti più caratteristici del Carnevale è senza dubbio l’utilizzo delle maschere: qual è la loro funzione terapeutica? La maschera, generalmente, rappresenta la proiezione di un nostro desiderio, esternalizzato attraverso un costume. Essa può infatti simboleggiare un’evasione dalla routine quotidiana, un atto di ribellione, la manifestazione di un piacere, di un’aspirazione nascosta. Attraverso una maschera di Carnevale tutti possono impersonare, sia pure scherzosamente, un ideale, indossando magari i panni di un eroe o di un personaggio divertente e amato. Grazie a un costume è possibile esternare la propria passione per fumetti, cinema, videogame o cartoni. Le maschere, inoltre, possono svolgere un ruolo catartico: ad esempio una persona timida e impacciata si sente improvvisamente più sicura nei panni di un personaggio che ama e potrebbe mantenere questo stato di benessere anche al di fuori del periodo carnevalesco. A livello psicologico, la maschera rappresenta un filtro che l’essere umano pone tra sé e gli altri e caratterizza ogni momento di relazione e interazione sociale. Ognuno di noi, chi più chi meno, indossa infatti una maschera, utile a nascondere la propria identità, con lo scopo di apparire adatto e “coerente” con il contesto nel quale è inserito. Le maschere, dunque, vanno analizzate da un punto di vista pratico e funzionale per la nostra “sopravvivenza” quotidiana, essendo necessarie per permetterci di adattarci a ogni situazione. Quando indossare una maschera può diventare un problema. Il problema potrebbe nascere quando inizia a strutturarsi una mancanza di consapevolezza: molte persone, nel tempo, rischiano infatti di divenire un tutt’uno con la propria maschera, confondendo il proprio Sé con ciò che mostrano all’esterno. In molti casi, inoltre, si costruisce inconsapevolmente una maschera che rappresenta il nostro sé ideale da utilizzare in modo rigido e passivo, identificandosi con ciò che vorremmo essere e non più con ciò che realmente siamo. Questa dinamica psicologica, purtroppo, rischia di ridurre di molto le nostre potenzialità e le nostre forme di espressione. La vita, molto spesso, tende a metterci di fronte a sfide che comportano, inevitabilmente, la messa in discussione di noi stessi e l’abbassamento delle nostre maschere: se la distanza tra il nostro vero Sé e ciò che appariamo dovesse risultare troppo grande, ecco che potrebbero emergere delle problematiche psicologiche. Conclusioni: la vita andrebbe immaginata come un grande palcoscenico, che ci invita a indossare determinate maschere e costumi, a seconda delle necessità e delle circostanze. Queste dinamiche, ovviamente, possono essere sane e funzionali solo e soltanto se ne abbiamo consapevolezza e se riusciamo a conservare la capacità di rientrare, in seguito, in contatto con la nostra vera identità, scevra da ogni influenza esterna. Quando questa consapevolezza viene a mancare, o quando tendiamo a identificarci troppo rigidamente in una nostra maschera, potrebbero invece nascere dei problemi.