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Adolescenti: iperconnessi e (in)felici

Adolescenti: iperconnessi e (in)felici.
(articolo tratto dal numero 159/2022 di InSalute. rivista di Altroconsumo)

Gli adulti, di fronte a ragazzi che non si staccano da Instagram, Tik Tok, You tube, Whatsapp e così via, pensano che siano "social dipendenti". Ma stare troppo sui social può davvero avere effetti negativi sul benessere mentale dei ragazzi? E davvero si può parlare di dipendenza?
Ciò che è vero è che sulla salute psichica degli adolescenti c'è un'allerta: secondo gli operatori del settore negli ultimi due anni c'è stato un aumento degli accessi al Pronto Soccorso e ricoveri per disturbi del comportamento alimentare, suicidi, tentati suicidi, episodi di autolesionismo,disturbi del sonno e casi di ritiro sociale; tra gli altri sintomi in aumento anche irritabilità, rabbia, stanchezza, attacchi di panico. Spesso semplificando si tende a dare la colpa alla pandemia: in realtà già prima si registrava un aumento di questi disturbi. La crisi sanitaria ha esacerbato questi disagi, li ha resi numericamente più significativi. I social non possono esserne considerati la causa, quanto piuttosto uno degli ambienti in cui i giovani possono esprimersi: ad esempio attraverso un'iperconnessione totalizzante, un'iperesposizione che è continua ricerca di popolarità, una prevaricazione insistente, con il cyberbullismo.
I limiti degli studi
Tanti studi hanno tentato di capire se stare troppo tempo sui social fa male al benessere mentale degli adolescenti, incentivando insoddisfazione, senso di inadeguatezza, aggressività...Questi studi non sono riusciti a giungere a una conclusione: tra le due variabili (tempo sui social e malessere) emerge un'associazione , ma debole, incerta; nel senso che molti studi non trovano una relazione, molti altri sì ma comunque senza capirne il rapporto causa-effetto: i ragazzi che usano di più i social di conseguenza stanno male? O i ragazzi che stanno male usano di più i social?
Se a livello generale non risulta una forte relazione tra i due aspetti, a livello individuale, invece, emerge che alcuni soggetti più vulnerabili potrebbero subire maggiormente effetti negativi dovuti all'utilizzo intenso dei social. La correlazione più evidente che risulta è quella dei disturbi del sonno: chi usa tanto i social e di nottte, prima di andare a letto, ha più problemi a dormire. E l'insonnia è una probabile causa di umore depresso.
Dipendenti dai social?
La ricerca non è mai riuscita a dare una definizione alla "dipendenza" dai social: è dipendente chi sta sui social più di X ore al giorno? chi non riesce a non guardare il cellulare per più di X minuti?
Ci si chiede se ha senso concentrarsi così tanto sulla questione tempo visto che ormai si vive "on-line" o meglio "on-life",dice in un'intervista lo Psicologo Psicoterapeuta Matteo Lancini, non c'è più una distinzione netta tra vita reale e virtuale, le due esperienze si sono talmente intrecciate da essere inscindibili. Il problema non è tanto il tempo che si passa sui social ma come li si utilizza, cosa si fa on-line e come questo si integra con la vita quotidiana.
"Quando parliamo della relazione che i ragazzi hanno con internet e con i social, spiega l'esperto, parliamo della relazione che hanno con la vita e di come l'esperienza on-line si intreccia con quella reale nel loro processo di crescita, nella realizzazione dei loro compiti evolutivi (es. costruzione dell'identità, accettazione delle mutazioni del corpo...) e del loro futuro.
Infatti, se da un lato social e web possono essere uno spazio di esperienze positive, che permette di abbattere la solitudine, esprimere idee, affermare la propria identità, acquisire competenze e persino crearsi una professione, dall'altro possono essere uno spazio in cui i disagi degli adolescenti si manifestano.
Ritiro sociale e iperesposizione
Sono due le modalità di utilizzo della rete e dei social che segnalano un disagio negli adolescenti. Da un lato c'è chi si ritira dalla vita; non significa che è internet ad averlo chiuso in casa ma che il ragazzo vive una sofferenza, si rifugia in casa e a volte usa internet in modo esagerato e ha una vita solo su internet. A volte neanche quello, i ritirati sociali più gravi, infatti, non usano neanche il web. E anche questo è un segnale di disagio. C'è invece chi usa i social in una modalità di sovraesposizione cioè chi reagisce alle difficoltà esagerando con forme di sovraesposizione e anche di prevaricazione online. Si tratta di ragazzi che fanno un uso smodato di selfie oppure protagonisti di cyberbullismo. In questo contesto si inseriscono anche le risse di massa organizzate sui social a favore di fotocamera per una ricerca della popolarità e del successo sociale a tutti i costi indipendentemente da quanto fai male all'altro o da quanto rischi tu. Come nel caso di selfie estremo, in cui si è disposti a farsi male pur di avere uno scatto con tanti like o le sfide da postare, a volte divertenti ed innocue, a volte pericolose.
Un altro segnale che anche i genitori dovrebbero considerare è il passaggio da un uso relazionale di rete e social ad un uso solitario in cui si continuano a cercare informazioni passando ininterrottamente da un sito all'altro, da un profilo all'altro, in modo quasi compulsivo.
Consigli per gli adulti
L'uso problematico della rete da parte degli adolescenti non è la norma. Se doveste notare i segnali di cui abbiamo parlato, la soluzione non è sequestrare il cellulare: internet ed i social sono parte integrante delle nostre vite, si rischierebbe persino l'effetto opposto. Piuttosto parlate, chiedete ai figli cosa fanno on line, monitoratelo se ancora piccoli ma in modo condiviso, non investigativo. Esistono app per il "parental control" che consentono questo monitoraggio o strumenti degli stessi social utili per difendersi da eventuali pericoli (per esempio la sezione Sicurezza-Suggerimenti per i genitori su help. instagram.com). Informatevi in prima persona e spiegate i rischi della rete, cercate di capire se dietro ad un cattivo utilizzo dei social c'è qualcosa di più. E, in generale, facilitate le esperienze in cui i ragazzi possano sperimentare attraverso il corpo spazi lontani dal controllo adulto, fondamentali per la crescita di ogni adolescente.
(nella prossima news verrà riportata l'intervista al dott. Matteo Lancini Psicologo e Psicoterapeuta, Presidente della fondazione "Minotauro" direttore del master "Prevenzione e trattamento delle dipendenze da internet in adolescenza", docente universitario).